È la norma su cui si è “incagliata” la manovra prima del voto di fiducia della Camera. Una norma che ha richiesto un doppio passaggio in commissione Bilancio dopo la maratona notturna di martedì per aggiustare il tiro sulle coperture. Ma cosa prevede il correttivo voluto dal governo? Con l’emendamento è intervenuto ufficialmente per indicizzare il valore delle soglie che un’impresa deve rispettare per restare in contabilità semplificata e dunque fruire di un regime fiscale per cassa e soprattutto per semplificarsi la vita con il mancato obbligo di scritture e libri e registri contabili. La manovra approvata ieri in Aula alla Camera, dunque, innalza le soglie di ricavi da 400.000 a 500.000 euro per le imprese che esercitano la prestazione di servizi e da 700.000 a 800.000 euro per tutte le altre imprese.
PENSIONI – Arriva Quota 103
L’esecutivo Meloni ha deciso di sostituire Quota 102 con Quota 103, che nel 2023 potrà essere utilizzata per 12 mesi da chi al 1° gennaio avrà maturato 62 anni d’età e 41 anni di versamenti. Il diritto alla pensione anticipata conseguito entro il 31 dicembre 2023 potrà essere esercitato anche successivamente a questa scadenza. Fino al raggiungimento della soglia di vecchiaia il trattamento con Quota 103 non sarà cumulabile con altro reddito da lavoro, ad esclusione di quello autonomo “occasionale” non oltre i 5mila euro. La manovra prevede che l’importo della pensione non potrà comunque superare il livello pari a 5 volte il minimo Inps (pari a circa 36.643 euro l’anno, sulla base di quanto indicato nella relazione tecnica della manovra).