ASSEGNO UNIVERSALE PER I FIGLI

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 4 giugno 2021 un decreto legge che introduce misure urgenti in materia di assegno temporaneo per figli minori.

Il decreto, spiega il Governo, introduce tra l’altro, a decorrere dal 1° luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021, un assegno temporaneo (“assegno ponte”) per le famiglie con figli minori che non abbiano diritto ai vigenti assegni per il nucleo familiare.

L’assegno “ponte” spetta solo ai nuclei che non hanno i requisiti per accedere agli assegni al nucleo familiare già in vigore; questi ultimi, invece, continueranno a essere corrisposti alle famiglie di lavoratori dipendenti e assimilati.

Per accedere all’assegno “ponte”, il nucleo familiare del richiedente deve essere in possesso di un ISEE inferiore a 50.000 euro annui. Inoltre, il richiedente deve rispettare uno di questi requisiti:
– essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare titolare del diritto di soggiorno;
– essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea, in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
– essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
– essere domiciliato o residente in Italia e avere i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età;
– essere residente in Italia da almeno 2 anni, anche non continuativi, oppure essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale.

L’assegno viene corrisposto per ciascun figlio minore in base al numero dei figli e alla situazione economica della famiglia attestata dall’ISEE; in particolare, gli importi risultano decrescenti al crescere del livello dell’ISEE. Se nel nucleo sono presenti più di due figli, l’importo unitario per ciascun figlio minore viene maggiorato del 30% e per ciascun figlio minore con disabilità, inoltre, gli importi sono maggiorati di 50 euro. Il beneficio medio riferibile alla misura per il periodo che va dal 1° luglio al 31 dicembre 2021 è pari a 1.056 euro per nucleo e 674 euro per figlio.

Il beneficio spetta dal mese di presentazione della domanda. Per le domande presentate entro il 30 settembre 2021, sono corrisposte le mensilità arretrate a partire dal mese di luglio. L’assegno “ponte” è compatibile con il reddito di cittadinanza e con la fruizione di eventuali altre misure in denaro a favore dei figli a carico erogate da Regioni e Comuni.

Dal 1° luglio 2021 al 31 dicembre 2021, gli importi mensili dell’assegno per il nucleo familiare già in vigore sono poi maggiorati di 37,5 euro per ciascun figlio in favore dei nuclei familiari fino a due figli, e di 55 euro per ciascun figlio in favore dei nuclei familiari di almeno tre figli.

“Dal primo luglio anticiperemo l’assegno unico per tutti quei nuclei familiari che non godono di nessun altro tipo di sostegno per i figli, portandolo poi a regime dal prossimo anno – ha commentato il Ministro del Lavoro Andrea Orlando –. Prende forma così una nuova idea di Paese che prevederà, a regime, un sistema universalistico, rivolto ai lavoratori dipendenti, agli autonomi, ai professionisti, agli incapienti, ai percettori di reddito di cittadinanza e continuo, inversamente proporzionale al livello di ISEE”.
Per la Ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti “con l’assegno per i figli diventa realtà il primo pezzo del Family Act. È un impegno chiaro che le famiglie italiane avevano atteso per anni”.

Il CdM ha poi dato il via libera a un DL con misure per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per l’efficienza della giustizia, illustrato in conferenza stampa dal Ministro Brunetta.

Il decreto segue quelli già approvati, relativi alla governance del PNRR e alla semplificazione, e per Palazzo Chigi costituisce il terzo pilastro dell’assetto normativo che consentirà la piena attuazione del Piano.
Le norme introdotte intendono definire percorsi veloci, trasparenti e rigorosi per il reclutamento di profili tecnici e gestionali necessari e pongono le premesse normative per la realizzazione delle due riforme trasversali previste dal Piano: la P.A. e la giustizia.

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